TRA CORPO E SUONO
Laboratorio a cura di Maddalena Gana e Roberto Bellatalla
17 agosto dalle ore 10.30 alle ore 12.30 – dalle ore 15.30 alle ore 18.30
18 agosto dalle ore 9.00 alle ore 13.00
18 agosto ore 20.30 performance:
“L’ogni dove” duo per corpo e contrabbasso
di e con Maddalena Gana e Roberto Bellatalla
Proponiamo due giorni di workshop, aperto a danzatori/performer/musicisti e interessati, per immergersi in un lavoro profondamente connesso alla pratica improvvisativa e all’incontro in scena tra corpo e suono, che intendiamo costruire a partire dall’ascolto, dalla relazione e da uno stato di presenza fatto di estrema apertura ed esposizione.
Partiremo con l’osservare come l’improvvisazione abbia a che fare con la necessità dello svolgersi di un fenomeno, che si può compiere attraverso di noi ma lontano dalla nostra volontà cosciente.
Coltiveremo il non fare e l’attesa affinché un qualche movimento/suono/immagine/sensazione/memoria possa emergere e guidarci come uno sfondo presente ma non dirigente:
lasciare che un’azione/suono si generi da sé (senza il nostro diretto intervento), ma al contempo profondamente in noi e con la nostra lucida testimonianza.
Questo processo diventa possibile all’interno di uno speciale stato, terreno di indagine del workshop, in cui si sperimenta un essere presenti totalmente nel corpo/nel proprio strumento/suono e nello spazio fino a che il tempo si dilata a tal punto da scomparire. Una qualità dell’essere presenti in scena che ci porta ad abitare con agio ogni istante e in cui ogni rumore, suono, odore, movimento, pensiero, immagine si espande e si assolutizza.
L’azione che si autogenera in questo terreno fertile e fecondo della Presenza per noi coincide con il fare improvvisativo, perché in questo particolare stato ogni azione si manifesta e dà luogo alla successiva in modo non predeterminabile.
Come Corpo in azione, che si trova in questo stato di reale esposizione e presenza, è possibile farsi raggiungere dal suono, onda sonora che vibra attraverso l’aria fino al punto da farci muovere. Allo stesso modo, essendo la presenza corporea in scena anch’essa uno strumento fonte di vibrazioni, anche il musicista le riceve per la stessa strada in un passaggio vibratorio di cui la direzione diventa via via invisibile, che crea un nuovo mondo intessuto tra le presenze in relazione.
L’improvvisazione, come strumento di partenza/matrice nell’esperienza performativa, si costituisce all’interno di un universo relazionale estremamente articolato ma incredibilmente convergente, in cui la qualità di ascolto si affina progressivamente e permette all’attenzione di passare attraverso gli interstizi e d’insinuarsi tra le fenditure del Reale.

foto di Filippo Bacciocchi